Abuso del diritto: è quando fai operazioni legittime ed il fisco ti contesta di averle fatte solo per risparmiare sulle tasse.

Te lo spiego come fossimo al bar.
Immagina di fare tutto in regola, usare strumenti giuridici legittimi, firmare atti pubblici e registrare tutto secondo le regole.
Poi arriva il Fisco e ti dice: “Hai fatto questa operazione solo per pagare meno tasse, quindi per me non vale.

Quindi ti “disconoscono” le operazioni e ti recuperano il risparmio d’imposta, anche se le operazioni sono lecite.

Questo è, in soldoni, l’abuso del diritto.

La Corte di Cassazione lo definisce come

“uso distorto di strumenti giuridici formalmente leciti per ottenere un vantaggio fiscale, in assenza di valide ragioni economiche”.

Ed è una delle armi più insidiose che l’Agenzia delle Entrate ha a disposizione per contestare anche le operazioni in apparenza ineccepibili.

Questo è il punto chiave: non basta rispettare la forma

Molti imprenditori credono che basti fare “le cose in regola” per essere al sicuro.

L’abuso del diritto scavalca la forma e va a colpire la sostanza.
Se il Fisco ritiene che un’operazione sia stata fatta solo per pagare meno tasse, può disconoscerne gli effetti.

Ecco perché il vero problema non è solo fiscale, ma strategico

non puoi più usare liberamente gli strumenti che l’ordinamento ti mette a disposizione

Ogni scelta potrebbe essere letta come sospetta se non ha basi economiche solide.

Abuso del diritto con un esempio pratico

Hai una SRL che fa utili e paghi circa il 25% di contributi INPS come socio lavoratore.
Detieni il 98% delle quote, il resto è intestato alla nonna.
Scopri che se scendi al 51%, paghi meno contributi pur mantenendo il controllo.

Cosa fai?
Corri dal notaio e le vendi il 49%.
Formalmente tutto ok.

Ma se il motivo unico e reale di questa cessione è pagare meno INPS, e non c’è alcun interesse economico, né una logica aziendale dietro… ecco che sei nel mirino dell’abuso del diritto.

L’INPS può disconoscere l’operazione e pretendere i contributi arretrati. E magari pure le sanzioni.

Altri casi a rischio abuso del diritto

Quando parliamo di “abuso del diritto”, il rischio non è solo quello di fare un’operazione errata.

Il vero pericolo è che tu, imprenditore, agisca con la convinzione di essere nel giusto, semplicemente perché hai firmato documenti “in regola” o ti sei mosso entro i limiti della legge formale.

Ma la forma, da sola, non ti protegge più.

Ecco perché ti presento 5 casi reali e molto comuni che possono generare rilievi per abuso del diritto:

1 – Scissioni societarie fatte solo per risparmiare imposte
Immagina di dividere un’azienda in due per poi vendere una delle due parti. Se l’unico scopo è quello di ottenere un vantaggio fiscale (magari per accedere alla PEX o per ottimizzare il carico fiscale in capo ai soci), l’operazione può essere contestata anche se formalmente ineccepibile.

2 – Fusioni per portare perdite fiscali da un’azienda all’altra
Alcuni imprenditori fondono aziende con lo scopo principale di “trasferire” perdite fiscali e compensarle con utili altrove. Ma se la fusione ha scarso contenuto industriale e il vero obiettivo è fiscale, siamo di nuovo nell’area grigia dell’abuso.

3 – Creazione di società ad hoc per beneficiare di agevolazioni
A volte si crea una nuova società solo per accedere a incentivi fiscali. Se l’azienda ha vita breve, ha gli stessi soci, la stessa sede e le stesse attività della vecchia… il Fisco se ne accorge.

4 – Operazioni infragruppo con prezzi di comodo
Se vendi beni o servizi tra società del tuo gruppo a prezzi volutamente sballati, il Fisco può intervenire e disconoscere la congruità economica delle operazioni, contestando l’abuso del diritto come copertura per una frode.

5 – Passaggi di beni tra familiari o tra società controllate
Anche qui la forma è spesso rispettata (es. una donazione, una vendita simulata, un leasing interno), ma il Fisco guarda la sostanza economica. Se mancano motivazioni valide, il rischio è elevatissimo.

Attenzione a non confondere le due cose.
Usare strumenti giuridici leciti è un tuo diritto.

Architettare operazioni straordinarie solo per pagare meno tasse senza motivazioni economiche concrete espone la tua azienda a verifiche pesanti.

E spesso le sanzioni non sono solo economiche: possono esserci responsabilità personali, penali e reputazionali.

Chi ti dice “fai così che funziona sempre” senza costruire una motivazione economica solida sta giocando con il fuoco.
Oggi il Fisco non cerca solo il dettaglio formale sbagliato.
Va a sindacare anche la logica delle tue azioni.

Ora che hai le idee più chiare vediamo come difenderci

Il modo migliore per difendersi dall’accusa di abuso del diritto non è aspettare la verifica fiscale con le dita incrociate.
La vera difesa è costruire un comportamento ineccepibile fin dall’inizio.
Soprattutto nella logica che guida le tue scelte aziendali.

Il punto non è solo evitare errori formali, ma rafforzare le ragioni economiche dietro ogni operazione.

Cosa significa in concreto?

Se costituisci una società holding, spiega perché ti serve davvero per il controllo strategico o la razionalizzazione del patrimonio.

Se fai una cessione di quote a un familiare, dimostra che è parte di un passaggio generazionale o di una redistribuzione di ruoli aziendali.

Se strutturi una scissione, assicurati che ci sia un vero progetto industriale dietro e non solo una riduzione di imposta.

Serve a poco avere uno statuto perfetto oppure un verbale redatto con tutti i crismi se poi manca una motivazione economica credibile.

Il Fisco oggi analizza il tuo comportamento con strumenti avanzati.
Incrocia banche dati e guarda l’evoluzione dei rapporti societari.
E guarda anche al modo in cui spendi i soldi.

Quindi, la sostanza ha valore quanto la forma.

Ecco dove entra in gioco la figura del consulente esperto:

✅ Ti aiuta a progettare le operazioni in modo che abbiano un senso economico concreto.
✅ Ti aiuta a documentare e verbalizzare in modo solido tutte le ragioni che supportano le tue scelte.
✅ Ti aiuta ad evitare quelle operazioni che sembrano furbe, ma che in realtà sono fragili e facilmente contestabili.

La pianificazione patrimoniale e fiscale è una strategia, non una banale serie di atti giuridici.

E come tutte le strategie, ha bisogno di logica, visione e un progetto chiaro.

Ti basta iniziare con il piede giusto

Il messaggio che voglio passarti è questo: l’abuso del diritto non è una trappola tecnica.

È un’area grigia che ti può costare cara anche quando pensi di aver fatto tutto per bene.

Molti imprenditori scoprono tardi che alcune operazioni suggerite da consulenti disinvolti erano prive di una reale sostanza economica.
E quando lo scopri sei già sotto verifica, con il fisco pronto a colpirti retroattivamente.

Te la faccio semplice come piace a te: il gioco non vale la candela.

Fare le cose fatte bene, con metodo e consapevolezza, è la strada migliore per dormire sereno e proteggere davvero il tuo patrimonio.

La buona notizia? Puoi evitare di trovarti in mezzo a questi guai.

Come? Affidandoti a chi ti aiuta a vedere oltre il risparmio immediato e costruire una vera strategia a prova di verifica.

Ti basta iniziare con il piede giusto.
A tutti piace l’idea di pagare meno tasse.
Pochi pensano davvero a costruire un’azienda più solida, protetta e credibile.

Se ti serve aiuto per la tua azienda puoi contattarmi tramite questo ⋙ modulo di contatto ⋘.

Articolo originale del 26 Luglio 2018
Aggiornato il 6 Agosto 2025