Ho iniziato questo articolo con un gioco di parole proprio (con-tanti saluti) perché tra poco tempo dovremo dire addio a parte delle transazioni in contanti.

Il “collegato” alla legge di bilancio 2020 aveva abbassato il limite di utilizzo del contante a 2.000 euro e questo limite è destinato a scendere ancora.

Dal 1° gennaio 2023 il limite dei contanti si abbassa a 1.000 euro.

In altre parole con l’inizio del nuovo anno non sarà più possibile usare il contante oltre a questa cifra.

Il Decreto “milleproroghe” ha stabilito che la nuova soglia ridotta si applicherà dal 1° gennaio 2023 invece che già dal gennaio 2022 come previsto in origine.

Tuttavia ci sono delle cose poco conosciute circa il denaro contante sulle quali è bene dare qualche notizia in più ed è per questo che ti consiglio di leggere questo articolo fino alla fine.

Ti “anticipo” subito che, come imprenditori, ci sono alcune cose da utilizzare a nostro vantaggio.

Contanti: quali sono esattamente le limitazioni?

La prima cosa a cui si pensa quando si parla di contanti è ovviamente quella della limitazione all’utilizzo.

Il Decreto 124/2019 ha posto una pesante limitazione ai pagamenti cash e questa limitazione era inizialmente di 3.000 euro.

A partire dal 1° luglio 2020 questo tetto è sceso a 2.000 euro e dal 1° gennaio del 2023 scenderà a 1.000 euro.

Questo vuol dire che non potrai effettuare un pagamento di 1.500 euro e la limitazione si estende anche ai pagamenti frazionati.

Quindi niente acconto in contanti di 800 euro e saldo (sempre in contanti) di 700 euro perché in totale sono 1.500€ e quindi vai oltre al nuovo limite di 1.000 euro per singola operazione.

Tuttavia puoi dare un acconto inferiore a 1.000 euro e poi saldare la differenza tramite un qualsiasi altro strumento tracciabile come assegni, bonifici oppure carte di credito.

Contanti: quali sono esattamente le limitazioni?

Il limiti di cui ti ho parlato prevedono la possibilità di una franchigia, ovvero di poter accettare pagamenti anche sopra al limite di 1.000 euro.

Le agenzie di viaggio e turismo oppure i commercianti al minuto possono accettare pagamenti in contanti per importi più elevati quando la controparte è un turista estero.

In questo caso non c’è alcuna soglia e proprio per questo motivo sarebbe bene acquisire una copia del documento di identità del soggetto, oppure emettere un documento commerciale (tipicamente una fattura/ricevuta) con i dati dell’acquirente estero.

Senza queste prove si corre il rischio di non poter dimostrare al Fisco di aver adottato un comportamento conforme alla normativa, quindi è bene essere sempre prudenti.

Contanti: Divieti e Sanzioni

Oltre al limite generale di utilizzo del contante ce n’è uno più specifico che riguarda l’obbligo da parte dei datori di lavoro di pagare i salari e gli stipendi SOLAMENTE con sistemi elettronici (bonifico e carte) oppure tramite assegni bancari.

Questo limite c’è dal sin dall’anno 2018 e più che parlare di limitazione all’uso del contante siamo di fronte ad un vero e proprio divieto.

Se ti stai chiedendo se ci sono sanzioni allora la risposta è che (ovviamente) ci sono e sono state da poco aumentate fino a 50.000 euro, quindi non è proprio il caso di scherzare.

Tuttavia il pericolo relativo ai contanti non è finito!

Contanti, problemi

Il limite sull’uso dei contanti può essere antipatico, tuttavia non presenta particolari rischi.

Infatti basta prestare attenzione e rimanere sotto alla soglia di pagamento di 1.000 euro e non ci sono altre cose da tenere in considerazione.

La questione è diversa quando si parla di prelevamenti perché (in questo caso) non c’è un preciso limite prestabilito dalla legge.

Dato che non c’è alcun limite di prelevamento dal proprio conto corrente allora posso andare in qualsiasi momento in banca a prendere i miei soldi, eventualmente anche in contanti.

Non esiste infatti alcuna norma che me lo impedisca, se non la materiale disponibilità di contante allo sportello oppure la volontà della banca di darmi ciò che è mio.

Quello che possono fare allo sportello è quello di chiedermi una dichiarazione sull’uso che ne devo fare, e solo nel caso in dovessi superare la soglia di 10.000 euro all’interno dello stesso mese.

La possibilità della banca di chiedere informazioni non è automaticamente un divieto di prelievo, anche se ho notizia che alcune banche fanno mille storie per darti i tuoi soldi.

Tradotto in “parole da bar” significa che puoi anche dire alla banca che li vuoi tenere a casa perché di questi tempi non ti fidi più di nessuno e la banca DEVE darti quello che chiedi.

Se la banca può ritiene poco convincenti le informazioni che hai fornito allora potrà effettuare la segnalazione per il riciclaggio.

In ogni caso devo essere consapevole che se mi pongo con un atteggiamento poco convincente (o peggio) allora è quasi sicuro che la banca effettui la segnalazione e questo non è piacevole.

Prelevamenti e fisco

Eventuali segnalazioni sui prelevamenti di contante si possono tramutare in spiacevoli episodi con il Fisco perché c’è una presunzione abbastanza antipatica.

Questa presunzione, avallata anche da diverse sentenze della Cassazione, stabilisce che i prelievi di contante non giustificati equivalgono a movimenti effettuati senza giustificativi, ovvero in nero.

Quindi stai attento a quanti prelevamenti in contanti fai perché potrebbero scattare i controlli.

Questo ragionamento vale solo per gli imprenditori e sono esclusi i soggetti privati ed i professionisti.

In ogni caso il Fisco fa i controlli anche di propria iniziativa ed in passato c’era persino una lista da cui estrarre a sorte i fortunati che avevano prelevato più di 1.000 euro alla volta dal bancomat oppure più di 5.000 euro in un mese.

Come sarà la prossima lista di controllo lo sapremo (come al solito) quando sarà troppo tardi.

Contanti e buone notizie

Dopo questa carrellata di cattive notizie passo a raccontarti quelle buone, ovvero che possiamo usare i contanti per una strategia fiscale.

Alcune attività sono soggette ad utilizzare pochi contanti, come ad esempio chi ha un e-Commerce oppure chi lavora con aziende che pagano solo con bonifico.

Se la tua attività riduce spontaneamente l’uso del contante sotto la soglia di 500 euro allora puoi ottenere un beneficio per gli accertamenti fiscali.

Questo vantaggio consiste nella possibilità di chiedere la riduzione di 2 anni dei termini di accertamento.

La riduzione non è automatica, ovvero non è sufficiente limitare il contante, bensì è necessario effettuare anche una comunicazione fiscale.

La richiesta va comunicata tramite la dichiarazione dei redditi compilando il rigo:

  • RS136 del modello Redditi PF (per le persone fisiche)
  • RS136 del modello Reddito SP (per le società di persone)
  • RS269 del modello Redditi SC (per le società di capitali)

Oltre alla riduzione di 2 anni del periodo di accertamento c’è anche una ulteriore riduzione al 50% di alcune sanzioni amministrative che dovessero emergere in futuro.

Contanti e buone notizie

In questo articolo ha visto:

  1. il nuovo limite all’uso del contante che dal 1° gennaio 2023 scende a 1.000 euro
  2. le (poche) esenzioni per i contanti dei turisti stranieri
  3. l’assenza di un limite al prelevamento ed i pericoli connessi con queste operazioni
  4. la procedura di segnalazione degli istituti di credito
  5. i premi e le opportunità in caso di riduzione volontaria sotto la soglia di 500 euro di contante.

A questo punto ti auguro buone riflessioni.

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