Il nuovo anno si apre con una brutta novità per le royalties quando hai anche una partita IVA personale.
C’è stata infatti un’istanza di interpello dove l’Agenzia delle entrate sostiene che (in alcuni casi) non rientrano più nell’ambito della sfera personale.
Detto in altre parole significa che le royalties vanno fatturate ogni qual volta siano il prodotto dell’attività professionale.
In questo articolo faccio il punto ituazione su cosa sono le royalties e perché sono un modo per abbassare le tasse.
Si tratta di una mini guida che affronta sia la nuova questione dell’obbligo di fatturazione sia tutte le principali questioni come la perizia e le percentuali di deducibilità.
Cosa sono le royalties
Il diritto d’autore è quell’insieme di diritti legali che tutelano le opere dell’ingegno, ovvero il prodotto della creatività delle persone.
Pertanto stiamo parlando di testi, libri, musica, immagini, fotografie, software e più in generale tutto quello che riguarda le opere d’arte, anche digitali.
Con il termine “Royalties” si intendono i compensi economici che spettano al titolare del diritto d’autore quando altri soggetti intendano utilizzare le proprie opere.
Il tipico esempio è quello del musicista che riceve un compenso ogni volta che la sua canzone viene riprodotta su qualsiasi media.
In sintesi abbiamo il diritto d’autore che protegge l’opera in quanto tale e le Royalties che sono il compenso per poter utilizzare tale opera.
Anche questo testo che stai leggendo è protetto dal diritto d’autore e potrei richiedere un compenso per il suo utilizzo.
Infatti la società che gestisce e trae profitto dal sito web è un soggetto diverso dalla persona che ha materialmente scritto il pezzo.
Royalties e pianificazione fiscale
Le royalties sono un prezioso strumento di pianificazione fiscale perché permettono alla persona fisica di chiedere un compenso per l’utilizzo delle opere d’arte che ha composto.
Quindi un testo scritto ha lo stesso valore di un pezzo di musica ed ogni volta che la società che gestisce un business usa un tuo “pezzo” ti deve pagare un compenso.
Solitamente le royalties si calcolano come percentuale sullE vendite generate dall’opera.
Se registro un video con la mia immagine e questo video poi è venduto come “info-prodotto” allora posso farmi remunerare come percentuale sulle vendite.
Il vantaggio fiscale poggia su due concetti importanti.
Il primo concetto è che le Royalties non rientrano nel concetto di lavoro autonomo ma sono considerate redditi occasionali, quindi sono esenti da contributi INPS.
Il secondo concetto è che le Royalties (in quanto redditi occasionali) godono di un abbattimento forfettario sul calcolo dell’IRPEF.
Questo abbattimento IRPEF è del 25% e sale fino al 40% quando il titolare ha meno di 35 anni di età.
Dato che le aliquote IRPEF variano da un 23% ad un 43% abbiamo una tassazione sulle royalties che parte dal 17,25% ed arriva ad un massimo del 32,25%.
Se hai meno di 35 anni allora è ancora più conveniente perché si parte da un 13,8% e si arriva ad un massimo del 25,8%.
La perizia sulle Royalties ed i limiti di deducibilità
Quando gli strumenti di pianificazione fiscale sono così interessanti è normale un certo livello di attenzione e questo spiega la presenza nel web di molti post su questo argomento.
Ovviamente si possono trovare cose giuste e cose meno giuste e le opinioni come al solito si sprecano, favorite anche da una certa tipica confusione del nostro ordinamento giuridico.
Molto spesso gli imprenditori mi chiedono se sia necessaria una perizia di valutazione e la risposta andrebbe valutata caso per caso.
Tuttavia c’è una considerazione importante, ovvero che la perizia potrebbe essere uno strumento utile solamente in una eventuale fase di contenzioso.
La mia opinione sul contenzioso è sempre stata una sola ovvero che
il ricorso migliore non è quello che vinci, ma quello che non devi nemmeno scrivere!
Questa considerazione ci porta direttamente alla vera domanda, ovvero quante sono le royalties che posso scaricare.
Esiste una vecchia circolare del 1980 che dice che fino al 2% del fatturato basta la presenza di un regolare contratto (registrato) e che il costo sia inerente e sufficientemente documentato.
Oltre a queste percentuali i criteri di valutazione si fanno più severi e non è sempre facile dimostrare la presenza di particolari requisiti tecnici o giuridici.
Per questo motivo la soglia del 2% può rappresentare un limite che possiamo definire “di sicurezza”.
Royalties quando hai un’attività personale
Il recente interpello dell’Agenzia delle Entrate si è occupato di un caso di un commercialista che scrive articoli in ambito fiscale.
In questo interpello l’Agenzia delle Entrate sostiene che le royalties sono reddito dell’attività perché le due cose sono strettamente correlate.
Quindi se sei un commercialista e scrivi articoli della tua specifica materia tributaria allora si tratta di compensi collegati con l’attività professionale.
Se invece scrivi articoli su materie diverse allora si tratta di compensi collegati con il diritto d’autore.
Ovviamente questa sottile distinzione andrà valutata caso per caso e non è detto che ci sia un vero e proprio confine chiaro.
Tutte le volte che è necessaria una “valutazione” puoi stare certo che si aprono delle zone grigie dove è difficile valutare con serenità il giusto approccio.
Alla fine tutta la questione è molto semplicemente un fatto di gettito fiscale perché vai a perdere l’abbattimento forfettario.
Royalties e regime forfettario
La presa di posizione dell’Agenzia delle Entrate si riflette anche sui contribuenti che adottano il regime fiscale forfettario scombinando un po’ i loro piani.
Tutte le volte che le royalties per il diritto d’autore sono attratte dal reddito professionale andranno fatturate con le regole della partita IVA individuale.
Nel caso del forfettario vanno a sommarsi al reddito dell’attività e contribuiscono ad alzare la soglia degli 85 mila euro tipica di questo regime.
Fortunatamente l’abbattimento forfettario segue quello originario del diritto d’autore, quindi rimane a 25%/40% a seconda dell’età superiore o inferiore a 35 anni.
Ovviamente c’è in ballo anche la questione della ritenuta d’acconto che nei forfettari non si applica.
Se invece le royalties sono per attività estranee all’attività svolta nel regime forfettario allora non è necessaria la fattura e si torna ad utilizzare la tradizionale ricevuta con ritenuta d’acconto.
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