Inerenza è un termine che può suonare tecnico, ma che in realtà riguarda una cosa molto semplice: quanto un costo è veramente collegato alla tua attività.

In parole povere, se riesci a dimostrare che una spesa ha senso per la tua azienda, allora puoi scaricarla.
E se scarichi costi, abbassi il tuo utile, quindi paghi meno tasse.
Ovviamente in modo perfettamente legale.

Imparare a usare bene il concetto di inerenza è una delle leve più concrete che un imprenditore può usare per risparmiare davvero, senza fare magie fiscali né cercare scappatoie strane.

Attenzione però: l’inerenza non si dichiara, bensì va dimostrata.

Di solito è proprio qui che casca l’asino e lo vediamo con un esempio pratico.

Se compro una stampante per l’ufficio, nessuno avrà da ridire.

Se invece pago un weekend in un resort alle Maldive e cerco di farlo passare come “formazione aziendale”, il Fisco non ci casca.
La differenza non è nella fattura, ma nel collegamento tra spesa e attività aziendale.

Spesso serve occhio esperto per capire quando una spesa è effettivamente inerente e quando stai solo cercando di forzare la mano.

Il cuore della questione: quando un costo è “inerente”?

L’inerenza ha una logica ferrea: un costo è inerente se è sostenuto nell’interesse dell’attività economica e se contribuisce, direttamente o indirettamente, alla produzione del reddito.

Mettiamola giù semplice.
Se hai una ditta edile e compri un martello pneumatico, il costo è chiaramente inerente.
Ma se acquisti un drone? …allora dipende!

Lo usi per fare rilievi o per scattare foto nei cantieri? Allora possiamo parlarne.
Lo hai preso perché ti diverte volare la domenica mattina? Allora niente da fare.
Questo è il punto chiave di tutta la questione.

Non basta avere la fattura intestata all’azienda. Bisogna essere in grado di dimostrare che quella spesa ha senso nel contesto della tua attività.

Qui molti sbagliano.
Pensano che basti “intestare tutto alla partita IVA” per essere tranquilli.
Ma il Fisco non ragiona così.

Il concetto di inerenza è qualitativo, non solo contabile ed è questo il motivo che rende le cose delicate.

Ecco altri tre esempi che ti chiariranno le idee:

1️⃣ Acquisti un’auto da 80.000 euro: può essere inerente. Se invece il Fisco scopre che è guidata solo da un tuo familiare oppure la usi per le vacanze allora preparati al recupero.

2️⃣ Paghi una cena in un ristorante stellato: se ci hai portato un cliente importante, allora è un costo deducibile, e devi avere una nota spese ben compilata (nomi, motivazione, data, etc)

3️⃣ Fai un corso online di marketing per capire come vendere meglio: è un costo perfettamente inerente, anche se lo segui da casa oppure alla Domenica.

Nessuno ti insegna queste cose, eppure fanno la differenza.

Ecco perché conoscere cos’è l’inerenza e come usarla a tuo vantaggio è un punto fondamentale per ogni imprenditore.

Occhio: il Fisco ti guarda (e può anche contestarti i costi)

Capita che a volte hai la testa al 100% dentro l’azienda.
Sei sempre in produzione ed hai zero tempo da dedicare al resto.
Magari pensi che i conti tornino, finché non ti arriva un controllo fiscale.

E lì iniziano le domande:
✱ perché ha scaricato questa spesa?
✱ qual è la connessione con l’attività?
✱ dove sono le pezze giustificative?

Attenzione a non confondere le due cose: avere fattura e copia del bonifico non vuol dire essere a posto.

Il Fisco contesta se pensa che la spesa non sia coerente con l’attività.

Ecco tre casi tipici di contestazione:
Transazioni legali: se paghi una penale a un ex collaboratore e la chiami “transazione”, il Fisco potrebbe considerarla una liberalità, e quindi non deducibile.
Vendite sottocosto: se vendi beni a parenti o società collegate oppure con prezzi troppo bassi, può scattare la contestazione di anti-economicità.
Compensi agli amministratori: se troppo elevati rispetto ai ricavi, rischi che vengano considerati parzialmente non deducibili.

Questo è uno di quei casi in cui ti serve davvero il parere di un buon consulente.

Ricorda che “il ricorso migliore è quello che non sei mai costretto a fare“.

Quindi un bravo consulente non serve per farti “eludere” le tasse.

Serve per mostrarti come fare le cose bene ed in modo solido.

Conclusione: più inerenza = meno tasse (legalmente)

L’inerenza non è solo un principio fiscale: è un’arma legale di risparmio.

Se la conosci e la applichi bene, puoi scaricare più costi in modo intelligente, abbassare l’imponibile e pagare meno tasse, tutto alla luce del sole.

Ecco perché è un concetto che va capito subito, non quando arriva il controllo.
Non serve essere esperti.
Serve occhio, logica, e un metodo chiaro.

Se ti sei rivisto in questo scenario, sei in buona compagnia.

Succede a tanti.
Ma da oggi puoi iniziare a guardare le tue spese con un occhio più strategico.
Ti basta iniziare con il piede giusto.

Se ti serve aiuto per la tua azienda puoi contattarmi tramite questo ⋙ modulo di contatto ⋘.

Articolo originale del 25 Ottobre 2019
Aggiornato il 28 Luglio 2025