Prelevare dalla SRL è facile. Farlo in modo efficace e con meno tasse un po’ meno.
Ogni imprenditore che lavora tramite una società a responsabilità limitata, prima o poi, si trova davanti alla stessa esigenza: come posso tirare fuori soldi dall’azienda per pagare le mie spese personali senza rovinarmi?
La risposta più semplice è spesso anche la peggiore.
Molti scelgono soluzioni veloci, istintive, o consigliate da chi “fa così da anni”, senza considerare le conseguenze fiscali, bancarie e gestionali.
In questo articolo vedremo tutte le modalità per prelevare dalla SRL, dividendo ciò che è corretto da ciò che è rischioso… e soprattutto, mostrando le alternative intelligenti per farlo in modo efficiente.
Prelevare dalla SRL: corretto, pericoloso o efficiente?
Quando parliamo di prelevare dalla SRL, è fondamentale distinguere tre categorie:
Prelievi corretti
Sono quelli previsti dal sistema fiscale come ad esempio i Compensi amministratore o i Dividendi distribuiti da utili reali, secondo le regole civilistiche
Prelievi pericolosi
Sono quelli che generano problemi legali o fiscali come ad esempio:
- Anticipi senza causale o documentazione
- Prelievi “in contanti” dal conto aziendale
- Prestiti infruttiferi o saldi negativi in conto soci
Queste operazioni espongono a sanzioni e rendono vulnerabile la tua SRL in caso di controlli.
Prelievi efficienti
Esistono modalità legalmente valide e fiscalmente ottimizzate, tra cui:
- TFM (Trattamento Fine Mandato) accantonato fiscalmente
- Welfare per amministratori
- Polizze assicurative aziendali
- Rimborsi spese per trasferte
- Royalties o prestazioni accessorie, se documentate e coerenti
Questi strumenti, se usati con criterio, ridistribuiscono il reddito in modo più intelligente, senza gonfiare i costi fissi.
Gli errori più gravi quando si preleva dalla SRL
Molti imprenditori confondono la SRL con il proprio portafoglio personale. È un errore che può costare caro.
Ecco alcuni degli errori più comuni:
- Prelevare senza giustificativo → trattato come compenso non dichiarato o come debito verso la società
- Fare anticipi cassa “per comodità” → il fisco li può considerare redditi occulti
- Pagare spese personali dal conto aziendale → errato uso di beni sociali
- Non pianificare il prelievo → si accumulano imposte e contributi a sorpresa
In più, quando prelevi solo tramite busta paga, stai anche abbassando l’utile dell’azienda, rendendo il bilancio più debole e meno bancabile.
Risultato? Paghi più tasse e ottieni meno credito.
Le strategie intelligenti per prelevare dalla SRL in modo sostenibile
Per fortuna, esistono modalità più intelligenti per prelevare dalla SRL.
Ecco le principali:
- Compensi ben calibrati: se deliberati correttamente e parametrati ai margini, possono essere sostenibili
- Dividendi pianificati: tassazione fissa al 26%, niente INPS, ma servono utili veri e riserve disponibili
- TFM: deducibile nel tempo per l’azienda, tassato solo alla fine per il socio (ottimo per il medio-lungo periodo)
- Polizze e piani welfare: strumenti validi per erogare valore in forma non monetaria
- Rimborsi e trasferte: deducibili se ben documentati
- Royalties o collaborazioni accessorie: possibili solo con giustificazione e in assenza di conflitto di interessi
La regola è semplice: usa strumenti coerenti con il tuo ruolo e con il modello di business dell’azienda.
Niente forzature, solo buon senso e pianificazione.
Perché serve un controllo di gestione per prelevare meglio
Ogni scelta di prelievo ha impatto diretto su utile, tasse, liquidità e bilancio.
Senza un controllo di gestione attivo, stai volando alla cieca.
Con un controllo efficace puoi:
- Stimare il carico fiscale prima di fare un prelievo
- Capire se la tua azienda può reggere un compenso o una distribuzione
Programmare l’alternanza tra dividendi e altre soluzioni
Avere margini chiari per decidere quanto prelevare, quando e come.
È uno strumento che ti restituisce potere decisionale.
Prelevare diventa una scelta, non una reazione all’emergenza.
Vuoi prelevare dalla SRL senza sprechi? Parti dalla strategia
Ogni imprenditore ha obiettivi diversi.
C’è chi ha bisogno di una cifra fissa mensile, chi vuole capitalizzare a fine anno, chi cerca un piano misto.
Non esiste una formula standard, ma esiste una regola universale:
Prima la strategia, poi il prelievo.
Chiediti:
- Qual è il vero fabbisogno personale?
- Come puoi distribuirlo su più strumenti?
- Qual è l’impatto sul tuo bilancio e sul carico fiscale?
Con un po’ di pianificazione, puoi prelevare dalla SRL in modo efficiente, tracciabile e sostenibile.
E soprattutto, puoi farlo senza perdere denaro in tasse inutili.
articolo aggiornato il 30 Maggio 2025
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Ottimo, complimenti per il ragionamento e l’esposizione, corretta e conveniente. Solo un dubbio, ma se una società non produce utili ?
Ciao Franco,
se una società non produce utili forse conviene sistemarla, altrimenti che senso ha tenerla in vita?
Saluti.
MT
Va bene: ma se si attende di approvare il bilancio di una neocostituita SRL per beneficiare degli utili passa almeno un anno. O sbaglio? In quel caso, se una persona vive del proprio lavoro e non ha ottimi risparmi da parte, come campa in attesa dell’agognata distribuzione degli utili? O forse mi sfugge qualcosa?
Ciao Carlo,
ovviamente gli utili si possono prelevare solo DOPO che sono stati realizzati, ovvero non puoi prelevare gli acconti “in fiducia” ! Nel tuo caso esistono altre strade.
Saluti.
MT
Noi ci troviamo in una situazione simile. Siamo due soci che vogliono fondare una S.R.L. innovativa (crediamo di averne i requisiti), nella quale saremo, almeno per il primo anno, anche gli unici lavoratori. Ponendo uno stipendio medio di 800/1000 euro mensili a testa (che vorremmo guadagnare prima di iniziare a generare utili), come possiamo inquadrarci per risparmiare su tasse e contributi?
Ciao Alberto,
la parola “stipendio” per un socio non si concilia particolarmente bene con la pianificazione fiscale… in questo articolo ho illustrato il perché!
Saluti.
MT
Bravo! Grande Massimo.
Quello che hai descritto è esattamente quello che faccio io, per fortuna. 🙂
In merito alla questione INPS, resta da capire in che modo un socio LAVORATORE possa pagare contributi INPS solo sulla quota di utili legati al lavoro svolto per la società e non anche sulla quota di utili da capitale!
Non si pagano i contributi INPS sul reddito di impresa in base alla percentuale di proprieta’ anche se sono socio lavoratore?
Ciao Alfredo,
ti riferisci ai contributi INPS “tradizionali”, ovvero la gestione artigiani-commercianti.
Tratterò questo argomento nell’articolo che uscirà alla fine di questa settimana!
Saluti.
MT
Si, quelli.
Mi scusi ma se la srl fosse a socio unico e questo che non prende compensi ma solo la distribuzione degli utili, ipotizziamo 80.000 €, su questi poi non dovrebbe pagare null’altro? Intendo INPS?
Di questi 80.000 € quanto rimarrebbe in tasca dopo aver pagato tutte le tasse dovute? Grazie 1000.
Ciao Fabio,
Gli utili sono Redditi di Capitale. Sui redditi di capitale non si paga INPS!!!
Su 80 di utili paghi circa 12,2K di imposte quindi ti rimangono in tasca quasi 68K.
Saluti.
MT
salve,
ho una società di consulenza con 1 mln circa di fatturato annuo ( sono socio unico), ho registrato il marchio a mio nome e lo do in concessione anche per campagne pubblicitarie radio/tv/stampa….secondo lei è sostenibile una royalty del 5/6 % del fatturato annuo?
grazie mille
Buongiorno Fabio,
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Saluti
MT