I patti parasociali sono accordi privati che i soci sono liberi di firmare per stabilire delle regole interne di funzionamento della società.

Questi accordi sono in genere liberi e possono andare a toccare diversi aspetti della società come ad esempio:

  • patti anti-concorrenza
  • regole contro gli aumenti di capitale
  • divieto di prelevare dalla società di utili o di compensi.

Si tratta di una formula usata sempre più spesso nelle società e questo per diverse ragioni.

Perché usarli

Per prima cosa sono molto discreti, ovvero offrono un elevato livello di riservatezza perché sono dei “patti privati”, ovvero nessuno può conoscere.

Si firmano tra soci senza necessità di un notaio e non è necessario divulgare il contenuto, salvo rari casi nelle società quotate.

Questo vuol dire che, se ci sono tre soci, due di questi potrebbero aver un accordo di voto e tu potresti anche non saperlo mai.

Il fatto che non sia necessario l’intervento del notaio rende i patti parasociali poco costosi da preparare ed utilizzare.

Questo strumento può integrare lo statuto della società senza la necessità andare dal notaio per l’assemblea straordinaria, quindi con un bel risparmio di denaro.

Quando usarli

Il tipico caso in cui usare i patti parasociali è per integrare lo statuto di una SRL semplificata.

In questo tipo di società paghi un costo di costituzione estremamente basso (poco più di 300 euro) e ti devi accontentare dello statuto “standard” che è veramente ridotto al minimo indispensabile.

Con i patti parasociali hai la possibilità di definire meglio le regole all’interno della tua Srl semplificata.

Un altro motivo per utilizzare i patti parasociali è per via della loro estrema riservatezza.

Per realizzare dei patti parasociali non serve alcun atto pubblico e nemmeno una scrittura privata autenticata, basta un semplice contratto che puoi stampare da te.

Questo fa sì che i patti parasociali non devono essere resi pubblici (salvo alcuni casi) e questo garantisce molta riservatezza.

Alcune limitazioni

C’è una cosa a cui prestare molta attenzione, ovvero

i patti parasociali hanno valore solo tra le persone che li hanno firmati e non si trasmettono con la cessione di quote.

Se ad esempio tu ed io abbiamo firmato un patto interno di non concorrenza di tipo rafforzato ed io cedo le mie quote ad un amico allora il mio obbligo termina di esistere.

In altre parole i patti parasociali che tu ed io abbiamo firmato non si estendono al nuovo socio.

Se vuoi che anche il nuovo socio rispetti i patti parasociali lo devi convincere a firmare spontaneamente: difficile immaginare che ci riuscirai senza offrire nulla in cambio!

Un argomento che suscita molti domande, specie nella SRL è ovviamente la durata massima degli accordi.

Durata dei Patti Parasociali

Nelle SPA esiste una limitazione (generale) di cinque anni per la maggior parte degli accordi.

Se il patto è privo di scadenza oppure è superiore al massimo consentito allora il socio è libero di svincolarsi  dal patto – ovvero di recedere – con un preavviso di 180 giorni.

Nelle SRL non esiste uno specifico limite di tempo pertanto si rischia di finire davanti ad un giudice che valuterà se la durata è “congrua” rispetto agli interessi che il patto intendeva tutelare.

Inoltre devi tenere presente che in molti statuti delle società c’è una “clausola arbitrale”, ovvero un rimando alla giustizia privata (in gergo tecnico “arbitrato” ) in caso di disaccordo tra i soci.

Questa è una buona cosa se hai ragione perché ottieni una sentenza in tempi rapidissimi mentre, se perdi, devi pagare il  conto dei professionisti e la tariffa è spesso salata.

In generale consiglio di non superare mai i 5 anni e di utilizzare il termine più corto possibile in relazione alle esigenze che vuoi tutelare.

Patti Parasociali – ecco 3 “trucchi” del mestiere

Nello scrivere i patti parasociali devi sempre tener conto di alcune cose importanti.

Quanto c’è un obbligo privo di sanzione allora è come se non ci fosse alcun obbligo.

Se ci fosse solo l’obbligo di pagare le tasse allora non le pagherebbe nessuno, puoi starne certo!

E’ la sanzione che ci spinge a versare gli F24, ovvero la paura della multa e delle conseguenze se non paghi.

Pertanto se vuoi dei patti parasociali che tutti rispettino puntualmente allora devi inserire una “penale-bestiale”, ovvero una multa salatissima per chi fa il furbo.

Con la penale ti assicuri che tutti rispettino gli accordi, in modo addirittura migliore di quanto non riusciresti a fare con il semplice statuto della società.

La seconda cosa importante è che i patti devono avere una “data certa”.

Vuol dire che devono essere preparati in modo tale che sia assolutamente certo sia il contenuto che la data in cui sono stati sottoscritti.

Ti do un terzo suggerimento che pochi conoscono e utilizzano.

I patti parasociali possono coinvolgere anche persone che non sono socie ma che sono coinvolte negli interessi o nella vita della società.

Ad esempio, se tu ed io siamo soci e tuo fratello è amministratore della società io potrei avere interesse a far firmare un patto anti-concorrenza ad entrambi.

Questo obiettivo potrei raggiungerlo con la modifica dello statuto e con la lettera di incarico all’amministratore, ovviamente transitando per l’assemblea dei soci.

Quello che potrei trovare difficoltoso è andare a regolare la penale, tanto nei confronti dell’amministratore, quanto nei confronti del socio.

I Patti Parasociali ti permettono di dare regole certe e di prevedere una penale ( degna di questo nome ) da usare contro chi fa il furbo.

In definitiva, grazie ai patti parasociali, puoi dettare regole extra-statuto o rendere molto efficaci le regole esistenti grazie alle penali specifiche che puoi andare ad inserire.

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