Ebay e Fisco : si pagano le tasse per vendere su ebay ? Serve la partita IVA ?

Certamente no se devi vendere il tuo cellulare usato, ma la risposta è “sicuramente SI” se vendi abitualmente e sistematicamente su internet, ovvero se il numero di pezzi che intendi vendere è numericamente elevato.

La facilità di accesso ai siti di e-commerce (Ebay è quello più conosciuto ma ce ne sono davvero tanti) ha generato un interessante fenomeno: migliaia di persone hanno trovato il modo per disfarsi del cellulare, della pelliccia dello stereo che non usano più o del vecchio televisore.

Tra questi qualcuno ci ha preso gusto ed ha cominciato a dare aria alla cantina; prima la propria poi quella di amici e conoscenti fino ad inventarsi una vera e propria occupazione, a volte redditizia e spesso senza dichiarare nulla al fisco.
L’Agenzia delle Entrate, seppure con una certa lentezza, se ne è resa conto ed ha inviato la Guardia di Finanza per indagini e controlli ed ora fioccano i primi verbali.

Facciamo un esempio:  in cantina ho circa 8.000 tra dischi in vinile e CD-Rom acquistati nel corso di una vita. Ora ci sono gli mp3 e quindi non li uso più … e se decidessi di vendere tutto  ?

Qui il confine tra venditore occasionale o venditore professionista, nonostante trattasi di beni usati di mia proprietà, diventa pericolosamente arduo da stabilirsi.

Vediamo quindi di fare un po’ di chiarezza, nei limiti che le nostre complicate leggi fiscali ci consentono.

Per prima cosa chiariamo che acquistare beni per poi rivenderli è sempre da considerarsi attività commerciale e quindi questa attività, anche se esercitata in internet,  non può mai essere esercitata al di fuori di un regime di impresa.

Acquistare o comunque procurarsi oggetti nuovi o usati per venderli su Ebay configura attività commerciale, a maggior ragione se in presenza di attività sistematicamente organizzata.

Ne consegue che per questo tipo di attività commercio elettronico è sempre necessaria la partita IVA, l’iscrizione alla Camera di Commercio ed all’INPS, l’autorizzazione al commercio, la contabilità, gli studi di settore, la denuncia dei redditi (modello UNICO), il pagamento dell’IRAP.

Ovviamente in questo caso per le vendite su internet  si deve rilasciare regolare fattura.

Ai fini IVA, se i beni sono nuovi, l’imposta si applica all’intero prezzo mentre per i beni usati si può applicare il più favorevole regime del margine.

Per tornare all’esempio precedente la vendita del cellulare o del vecchio televisore sicuramente non configura alcuna attività commerciale pertanto non deve destare alcuna preoccupazione.

Per i “privati” non esiste infatti alcun obbligo di emissione di documenti “fiscali” e nemmeno di alcuna ricevuta (salvo quanto disposto dall’articolo 1199 del codice civile), anche se personalmente preferisco avere un documento che provi la fonte degli importi che transiteranno per banca o con strumenti comunque tracciati come il conto paypal,  viste anche le attuali norme anti riciclaggio.

Se invece avete ad esempio l’hobby di costruire oggetti artigianali e saltuariamente li vendete in rete tale attività può essere considerata (entro certi limiti) “attività commerciale occasionale” e pertanto configura reddito tassabile ai sensi dell’articolo 67 comma 1 del TUIR e come tale va dichiarato nel modello UNICO tra i redditi diversi (quadro RL).

A tale proposito vorrei sfatare una leggenda “internettiana”, ovvero che ci sarebbe un presunto limite di 5.000 euro al di sotto del quale l’attività di vendita è considerata occasionale.

Tale soglia è stata introdotta con l’articolo 44, comma 2 del D.L. 269/03 (convertito L. 326/03) con riferimento alla assoggettabilità INPS delle prestazioni di lavoro autonomo occasionale e pertanto per il commercio la valutazione dovrà aversi caso per caso.

Ed i miei 8.000 dischi ? …nel dubbio sono ancora in soffitta!

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