TFM, il trattamento di fine mandato per gli amministratori

TFM è l’acronimo (ovvero la sigla) del Trattamento di Fine Mandato, ovvero l’equivalente per gli amministratori del TFR dei dipendenti.

Si tratta di un’indennità per la cessazione della carica di amministratore, ovvero di un importo che la tua società può accantonare per il giorno in cui cesserà la tua carica di amministratore.

il TFM è spesso usato come strumento per la pianificazione fiscale e per diminuire l’importo delle tasse da pagare a fine anno.

Quando la tua società esegue l’accantonamento al TFM (Trattamento di Fine Mandato) può immediatamente “portare a costo” questo importo e ridurre il carico fiscale, anche se il pagamento avverrà negli anni futuri.

Pertanto la cosa interessante di questo accantonamento TFM è che non hai un vero esborso di denaro come nel caso di una fattura di acquisto di merce o di attrezzature.

L’importo del TFM sarà erogato all’amministratore solamente nel momento in cui cesserà il mandato, quindi più in la nel tempo.

In altre parole la società può dedurre (scaricare) oggi stesso il costo dell’accantonamento e l’amministratore pagherà le tasse su questi importi solamente il giorno in cui cesserà la propria carica.

TFM: pagare meno oggi e molto di più domani

Personalmente consiglio di usare il TFM solo nei casi di emergenza perché

il TFM non è un vero strumento per pagare meno tasse.

In realtà l’accantonamento (TFM) è solamente uno strumento per “spostare nel tempo” la tassazione.

Nel momento in cui carichi il costo relativo all’accantonamento la tua società ha un effettivo risparmio d’imposta mentre l’amministratore sarà tassato successivamente, ovvero all’effettiva erogazione del TFM.

Per essere più precisi la società scarica subito il 24% dell’importo e poi l’amministratore sulle stesse cifre andrà a pagare all’incirca il 50% di tasse.

Questa maggiore tassazione è dovuta a causa dei contributi INPS  che vanno a colpire il TFM.

Il TFM è una integrazione del compenso agli amministratori e sai bene che prelevare i compensi amministratore non è mai una cosa saggia.

Se vuoi controllare tu stesso i numeri dai un’occhiata a questo articolo.

Usare il TFM significa risparmiare il 24% oggi per poi pagare il 50% domani.

Se per te è vitale risparmiare subito il 24% di IRES perché, ad esempio, sei in emergenza con la liquidità devi comprendere che un domani il conto delle tasse da coprire sarà ben più alto.

TFM, Cosa ne pensa il fisco

Quando si progetta la pianificazione fiscale di un’azienda si deve necessariamente conoscere a fondo la normativa fiscale.

Ogni volta che vuoi scaricare un costo devi fare i conti con il principio dell’inerenza, ovvero devi provare che quel costo è reale, necessario e soprattutto inerente.

Nel caso del TFM – Trattamento di Fine Mandato per gli amministratori risulta abbastanza complesso andare a determinare qual è l’importo che ragionevolmente puoi attribuire a titolo di accantonamento.

Esistono alcune sentenze della cassazione che, esaminando il TFM, hanno ritenuto corretto un accantonamento fino al 10% degli importi erogati annualmente all’amministratore a titolo di compenso.

In ogni caso dovrai poter dimostrare che l’accantonamento è stato realmente deliberato e pertanto è indispensabile disporre di una delibera con “data certa.

Alcuni imprenditori rafforzano le proprie prove facendo confluire il TFM all’interno di una polizza assicurativa che funge da ulteriore prova dell’effettivo accantonamento e che, tra le altre cose, ti restituisce un minimo rendimento.

Il principale problema con l’Agenzia delle Entrate resta quello legato al momento della liquidazione del compenso.

Se l’amministratore è assunto a tempo indeterminato allora il momento dell’erogazione del compenso sarà solamente alla volontaria cessazione della carica, e che praticamente vuol dire “mai”.

Nel caso decidessi di utilizzare il TFM potresti trovarti nella situazione che gli anni passano e l’importo dell’accantonamento cresce a cifre mostruose e magari la tua SRL non riesce più a liquidarti l’importo.

Negli anni ho visto imprenditori dare le dimissioni da amministratore allo scopo di percepire il TFM per essere poi nuovamente riassunti e ricominciare “la giostra”.

Questo comportamento alla lunga potrebbe sicuramente essere censurato dell’Agenzia delle Entrate.

Probabilmente è più indicata l’assunzione a termine, magari con un mandato di 3/4 anni in modo che vi sia certezza sulla data di erogazione del TFM senza lasciare troppo spazio al libero arbitrio all’amministratore.

Una seconda verifica andrebbe fatta sulla “base azionaria”, ovvero sull’effettivo proprietario della società.

In molti casi l’amministratore è contemporaneamente il socio di maggioranza, ovvero il soggetto che decide il TFM è la stessa persona destinata a riceverlo.

In questi casi si parla di “conflitto di interessi” e non è mai un bel biglietto da visita da esibire agli agenti del Fisco.

Ovviamente potresti anche non dare mai le dimissioni e trovarti pertanto nella situazione di non liquidare mai il compenso avendo scaricato anno per anno tutti i costi.

Se questa soluzione ti sembra geniale ricordati sempre che, come imprenditore, è tuo preciso compito giustificare l’accantonamento al TFM.

Ci sono moltissime sentenze sul TFM, la maggior parte sfavorevoli al contribuente, pertanto il mio consiglio è di rivolgerti al tuo consulente per fare un’analisi su misura della tua azienda.

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